- 08/03/2023
Il Bonus POS 2023 è attivo per le attività commerciali e i professionisti che vendono beni e servizi accettando come modalità di pagamento le carte elettroniche.
Una buona notizia per tutte quelle attività che ricevono pagamenti dai clienti attraverso le carte di credito e di debito, dovendo accollarsi i costi di commissione che in alcuni casi “si fanno sentire” sul guadagno.
Per capirne di più, qui troverai tutte le informazioni necessarie per approfondire il funzionamento del Bonus POS 2023, chi può accedere alla misura e come va richiesto.
Bonus POS: Cos’è
Il credito d’imposta sulle commissioni per i pagamenti elettronici, meglio noto come “Bonus POS”, è una misura introdotta nel 2020 (decreto legge n. 124/2019 e modificato in legge il 19 dicembre 2019 n.157) per sostenere e incentivare l’adozione di mezzi di pagamento elettronici presso i punti vendita degli esercenti e gli studi dei professionisti.
Il credito d’imposta si accompagnava di pari passo con l’introduzione obbligatoria dei sistemi di pagamento elettronici nei negozi e presso i professionisti diventato effettivo a partire da giugno 2022.
Il Bonus POS è stato progressivamente rifinanziato e anche per il 2023 i commercianti, le imprese e i professionisti possono beneficiare dello sconto sulle commissioni sotto forma di credito d’imposta del 30%.
Rientrano nel beneficio i pagamenti elettronici effettuati con POS mediante l’uso di: carte di credito; carte di debito; carte prepagate.
A chi spetta il Bonus POS 2023? I beneficiari
Come dicevamo è ampio il numero di categorie che possono accedere al beneficio. La normativa ricomprende tra i beneficiari del credito d’imposta su commissioni per pagamenti elettronici:
- gli esercenti attività d’impresa;
- gli esercenti attività d’arte;
- gli esercenti una professione.
Dunque l’intero universo dei commercianti, artigiani, professionisti e imprese che vendono prodotti e servizi a cittadini possono accedere al Bonus POS 2023.
I limiti del credito d’imposta sulle commissioni
Esistono tuttavia delle limitazioni che riguardano i ricavi e i compensi dichiarati. Infatti, se l’impresa o il professionista (artigiano, commerciante) ha dichiarato nell’anno d’imposta precedente ricavi e compensi per un ammontare superiore a 400 mila euro, non potrà beneficiare dello sconto del 30% sulle commissioni pagate per utilizzare il POS.
Questo è l’unico limite che le attività hanno per poter accedere allo sconto indiretto sulle commissioni POS, non essendo presenti altre limitazioni normative.
Bonus POS: Come funziona
La normativa specifica che il credito d’imposta è “utilizzabile esclusivamente in compensazione” a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa.
Questo nella pratica significa che l’esercente e il professionista possono portare le somme in compensazione a partire dal mese successivo rispetto al mese in cui sono state maturate le commissioni. Basta utilizzare un normale modello F24 indicando il codice tributo 6916.
L’uso di un modello F24 per la compensazione agevola il processo, e può essere reso ancor più semplice e rapido se si utilizza un servizio bancario digitale rivolto alle aziende. Tra questi citiamo il conto Hype Business con caratteristiche di gestione ideali per commercianti e professionisti. Il conto e carta con IBAN fornisce un servizio di gestione dell’attività a 360 gradi, compresa la gestione delle tasse, delle assicurazioni professionali e di molto altro. Il servizio bancario Hype Business è mobile, così gestisci tutte le attività finanziarie della tua impresa direttamente dallo smartphone o dall’iPhone.
Il credito d’imposta deve essere successivamente indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito, oltre che nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi e fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo. Va aggiunto che il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi né, tanto meno, concorre al valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive.
Quest’ultima parte del funzionamento del Bonus POS potrebbe apparire complessa da gestire, tuttavia, se ti rivolgi al tuo consulente fiscale non avrai alcun problema perché si occuperà lui di tutto. Utilizzando un servizio di gestione della tua partita Iva innovativo e basato su una piattaforma digitale (“all inclusive”) come Fiscozen, poi, potrai ridurre ulteriormente la complessità fiscale e trarre il massimo vantaggio dal credito d’imposta.
Il ruolo dei provider di POS
La normativa ha affidato un ruolo anche ai provider di POS, dunque agli operatori che mettono a disposizione degli esercenti i sistemi di pagamento.
Tali provider sono tenuti a trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate le informazioni necessarie a controllare la spettanza del credito d’imposta.
In questo modo l’Agenzia delle Entrate potrà automaticamente effettuare un incrocio di dati per verificare quanto dichiarato dall’esercente (professionista, artigiano) e quanto riportato dal provider.
Con questo meccanismo l’Agenzia delle Entrate non solo evita potenziali frodi, ma riduce anche i tempi sul riconoscimento della compensazione.
Per i professionisti e le attività commerciali o d’impresa che sono alla ricerca di un POS adeguato alle proprie esigenze, risulta quindi importante rivolgersi a un provider sicuro e affidabile.
Sono presenti numerose soluzioni per dotarsi di POS fisici e POS virtuali. Tra questi citiamo myPOS, un servizio che fornisce alle partite Iva dispositivi fisici per i pagamenti in moneta elettronica e sistemi digitali scaricabili come app direttamente dallo smartphone o iPhone personale e di lavoro.
Credito d’imposta POS 2023: riassumendo
Nello specchietto sottostante riassumiamo per comodità i beneficiari e i requisiti necessari per poter accedere al credito d’imposta sulle commissioni per i pagamenti elettronici (Bonus POS 2023).
- Beneficiari: esercenti attività d’impresa, arte, professioni, commercianti, lavoratori autonomi.
- Credito d’imposta: 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate con carte di pagamento.
- Natura del credito d’imposta: esclusivamente a compensazione.
- Limite dei ricavi e compensi: 400.000 euro nell’anno precedente.
- Modalità di richiesta: modello F24 a decorrere dal mese successivo rispetto al mese in cui è avvenuta la spesa.
- Dichiarazione del Bonus POS: obbligo di indicazione nella dichiarazione dei redditi. Non concorre alla formazione del reddito d’impresa o attività professionale.
- Validità e durata: almeno per tutto il 2023.
Bonus POS e transazioni fino a 30 euro
Come noto il governo aveva pensato di eliminare la sanzione per quei commercianti che si rifiutavano di accettare pagamenti con carte di pagamento. Tale sanzione è invece rimasta per le obiezioni sollevate dalla Commissione Europea.
Infatti, l’obbligo di POS è uno degli obiettivi che l’Italia ha legato alla ricezione dei fondi europei per il suo Piano nazionale di recupero e resilienza (PNRR): lotta all’evasione fiscale.
La legge di bilancio 2023 ha quindi demandato al ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) il compito di istituire un tavolo permanente fra le categorie, per valutare soluzioni volte a mitigare l’incidenza dei costi delle transazioni elettroniche di valore inferiore a 30 euro.
La legge di bilancio prevede anche che i provider di servizi POS hanno 90 giorni di tempo (entro il 31 marzo) per trovare una soluzione con il MEF. In caso contrario è già previsto che per l’anno 2023 i prestatori di servizi di pagamento e i gestori di circuiti di pagamento dovranno versare un contributo straordinario pari al 50% degli utili (al netto degli oneri fiscali) derivanti dalle commissioni sulle transazioni di valore inferiore a 30 euro.
Contributo che lo Stato verserà in un fondo dedicato a misure di mitigazione delle commissioni sulle transazioni POS inferiori a 30 euro anche per i prossimi anni.
Conclusioni
Per tutto il 2023 il Bonus POS resterà attivo nelle modalità sin qui spiegate. Per quanto riguarda le commissioni sulle transazioni sotto i 30 euro, invece, al momento non è stato trovato un accordo tra le categorie. Dunque il nodo resta per ora aperto e si attendono evoluzioni a breve termine.