- 19/03/2018
Negli ultimi mesi, le istituzioni finanziarie stanno spendendo tempo e risorse per scoprire quanto business possono ottenere adottando la tecnologia blockchain. Questa attenzione lato banche potrebbe non corrispondere a interessi simili da parte delle aziende. Né è chiaro se questo possa creare opportunità commerciali simili ad entrambe le parti.
L'articolo suggerisce quattro possibili scenari di utilizzo della tecnologia blockchain:
- Scenario banco-centrico: le banche utilizzeranno soluzioni distributed ledger per operazioni inter-bancarie e intra-bancarie, mantenendo la tecnologia totalmente trasparente agli utenti aziendali.
- Scenario banca-impresa: diventa necessario coinvolgere l'azienda, quindi è necessario dedicare più tempo all'educazione e alla comprensione di ciò che la tecnologia può portare alle imprese invece di concentrarsi sullo sviluppo di tecnologie e soluzioni ad uso esclusivo delle banche.
- Scenario azienda-azienda: le aziende inizieranno a lavorare su progetti blockchain senza bisogno di assistenza da parte delle banche.
- Scenario macchina-macchina: blockchain rimane completamente trasparente per gli utenti aziendali "umani" e verrà implementata per sviluppare soluzioni elgate al dominio IoT (Internet delle Cose).
Questo articolo si sofferma sul primo scenario, rimandando eventualmente ad articoli successivi la trattazione dei rimanenti.
Le banche sono particolarmente attratte dalle prospettive che questa tecnologia potenzialmente dirompente e rivoluzionaria potrà portare all'intero settore. Operando sull'infrastruttura blockchain le transazioni vengono eseguite in modo rapido, trasparente e accessibile, sostituendo inefficienti attività di "comando e controllo" con operazioni più agili e simultanee, fondate sul consenso condiviso e distribuito garantito dal protocollo blockchain.
Se questi principi sono fatti salvi, le banche intravedono la possibilità pratica di migliorare la propria infrastruttura informatica, eseguire le transazioni in modo più efficiente, ed infine ridurre i costi interni rimuovendo le inutili applicazioni hub-and-spoke (centro-periferia). Le banche vogliono giocare con blockchain la carta per accelerare il settlement dei pagamenti, snellire le operazioni di borsa, migliorare il proprio core banking e gestire in maniera più sicura le identità. Attualmente tutte queste operazioni sono centralizzate e ancora gestite per la maggior parte in modo manuale, c'è il bisogno di razionalizzare e rendere queste operazioni più efficienti, riducendone i relativi costi.
Le attuali e future pressioni normative e regolamentari mettono le banche sotto stress, imponendogli di dover far fronte a costi aggiuntivi e ad una minaccia ancora più importante: il rischio di venir disintermediate da operatori finanziari non bancari, e perciò non soggetti agli stessi severi controlli e regole. Questa condizione conferisce agli operatori non regolamentati un vantaggio competitivo impari agli occhi delle banche, perché consente loro - senza essere soggetti a troppi vincoli - di adattarsi e offrire soluzioni economiche e personalizzate alla sempre mutevole domanda del mercato. Ecco allora che le funzionalità offerte da blockchain col proprio distributed ledger presentano un possibile valido aiuto.
Blockchain e bitcoin sono molto spesso considerati un tutt'uno, questa percezione - seppur erronea - di fatto pone un problema alle banche: il bitcoin si basa sul principio che lo scambio di valuta sia irreversibile e non richieda intermediari finanziari. Le transazioni finanziarie, al contrario, sono reversibili sul lungo termine (ad esempio, quelle collegate alle carte di credito sono reversibili fino a tre/sei mesi) e anche quando sembrano immediate, sono in realtà regolate (tramite compensazione e liquidazione) ed occorrono almeno due o tre giorni perché attraversino i sistemi delle controparti e delle banche centrali prima di arrivare ad essere compensate. L'intero sistema di settlement è gravato da significativi costi e trattenute. In un mondo in cui le informazioni si muovono all'istante praticamente senza alcun costo, questi processi stratificati e complessi sono inefficienti, costosi e inadeguati.
La convalida di una transazione bitcoin coincide con la sua compensazione e liquidazione. È una transazione definitiva e non reversibile, somigliante in molti modi a una transazione in contanti. Quando si ricevono bitcoin si è certi che chiunque li abbia inviati ne detenesse il possesso. Inoltre è certo che il trasferimento via blockchain sia efficace, immediato e irreversibile. La prospettiva di transazioni bitcoin via blockchain che invadono il mercato dei servizi finanziari rappresenta una minaccia per le banche, proprio in quel verticale dei pagamenti che le banche stanno cercando così duramente di riconquistare. È un dato di fatto che i sostenitori delle applicazioni blockchain considerino un "frutto maturo da cogliere" le transazioni di clearing e settlement di per sé lente ed ingombranti. Invece del modello obsoleto di business della banca corrispondente, i trasferimenti di denaro potrebbero essere realizzati con il trasferimento istantaneo di bitcoin emessi e garantiti da gruppi bancari e scambiati su un circuito automatico di clearing e settlement.
L'estrema volatilità cui sono soggetti non fa però dei bitcoin uno strumento di pagamento ideale. La principale rilevanza della tecnologia blockchain risiede nella capacità di trasferire la proprietà di un "token digitale" associato a una varietà di beni e diritti scambiati nel mondo fisico: azioni, obbligazioni, beni immobili, polizze di carico, lettere di credito e titoli di proprietà. Il token, che esiste solo grazie a blockchain, acquisisce valore intrinseco per la sua utilità nel mondo digitale ed è trasferibile, ma non duplicabile. Mentre il bitcoin è il token digitale più conosciuto perché il primo emesso, è ovviamente possibile immaginare applicazioni in cui il token è collegato al valore di una valuta fiat, creando una blockchain completamente diversa - e molto più stabile - di quella usata per scambiare bitcoin.
Dal momento che i token (anche definiti cryptoassets) consentono potenzialmente ai consumatori di evitare l'intermediazione bancaria, appare sempre più evidente che le banche vogliano distogliere l'attenzione dai cryptoasset puntando invece sull'infrastruttura blockchain, che possono meglio controllare. La campagna pubblicitaria in grande stile che le grandi banche stanno facendo intorno a blockchain sembra essere parte di una strategia a lungo termine per attaccare i bitcoin e giocare in difesa assumendo la "proprietà" e il controllo di blockchain. Questo controllo è reso possibile, tuttavia, solo se la blockchain diventa privata, in modo che i livelli condivisi di fiducia garantiti dagli algoritmi di proof-of-work siano sostituiti da un consenso a gruppi chiusi di parti fidate, cioè le banche stesse. Tali progetti di blockchain private non sono neanche lontanamente simili al concetto originale di blockchain, progettata per essere condivisa da tutti. La domanda da porsi è: se le banche vogliono che la blockchain sia un business esclusivamente bancario, cosa succede se anche altri soggetti vogliono avere una parte attiva?
Conclusioni
I limiti di prestazione degli attuali protocolli di consenso blockchain sono intrinseci all'eccezionale livello di sicurezza richiesto ad una infrastruttura decentralizzata e distribuita. Le banche devono evitare la tentazione di "privatizzare" le blockchain come soluzione per rimuovere le complessità e le (attuali) inefficienze di questi protocolli. Esse dovrebbero, invece, lavorare per trovare algoritmi efficienti che garantiscano prestazioni operative migliori su infrastrutture che abbiano il consenso più distribuito e decentralizzato possibile. Difficilmente questo potrà avvenire utilizzando una blockchain privata.