Blockchain: quello che molti non dicono o forse non sanno

Blockchain

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Recentemente sono stato invitato dal Dipartimento di Studi Giuridici “Angelo Sraffa” della Bocconi a partecipare ad una tavola rotonda sulla blockchain. Riporto le principali domande che sono emerse durante il dibattito perché credo che possano essere di utilità anche per altre persone.

Quali sono gli aspetti comuni di una blockchain?

Questo è un tema importante utile soprattutto a chiarire quali sono gli aspetti innovativi della tecnologia blockchain. Utile anche a separare con facilità soluzioni che sono veramente innovative da altre che utilizzano solamente il termine per sfruttare l’hype che ne consegue.

I tre aspetti principali e caratteristici della blockchain sono:

  • Permissionless
  • Trustless
  • Censorship Resistant

Dicendo che la blockchain è Permissionless si indica una proprietà specifica di Bitcoin che permette a chiunque di effettuare una transazione senza dover chiedere il permesso a nessuno. Così come Bitcoin è nato “dimenticandosi di chiedere il permesso” anche il suo stesso utilizzo non richiede il permesso di nessuno.

L’essere Trustless è una proprietà specifica di Bitcoin che permette a due o più persone che non si conoscono, di potersi scambiare valore senza bisogno di fidarsi l'uno dell'altro e senza la possibilità che nessuno degli attori possa imbrogliare, il tutto senza il controllo di un'autorità centrale, ma solo grazie a regole matematiche e algoritmi di crittografia, ed all'applicazione di alcuni aspetti legati alla teoria dei giochi.

Infine la blockchain di Bitcoin è Censorship Resistant non rendendo in effetti possibile nessuna forma di censura. Essendo decentralizzata, per sua natura non è assoggettata a nessun ente che possa vietare transazioni provenienti da uno specifico mittente, e per questo è resistente alla censura. Oltre ad essere di fatto un registro immutabile.

Come assicurare la validità giuridica delle transazioni che avvengono sulla “blockchain” e chi è responsabile in ultima istanza delle stesse?

Per rispondere a questa domanda occorre chiarire un punto: di quale blockchain stiamo parlando? Perché un conto è la blockchain di Bitcoin, un altro caso molto diverso è la blockchain di Ethereum, e un'altro ancora è quello di Hyperledger per esempio o di un'altra qualunque pseudo-blockchain privata, centralizzata, o nel migliore dei casi permissioned.

Nel primo caso si tratta di una rete che non ha la possibilità di “essere attaccata” da un claim verso chi l’ha inventata. Satoshi Nakamoto infatti, come molti immagino ormai sapranno, è uno pseudonimo che indica un creatore o un gruppo di creatori che non si è mai rivelato, e di cui non si conosce l’identità. 

Ethereum invece ha dietro dei fondatori noti, persone di spicco che portano avanti una linea da seguire, potendo di fatto influenzare la direzione sulle scelte da prendere, se non addirittura influenzare il consenso stesso della rete. Una blockchain privata o permissioned ha degli attori e dei referenti e quindi, solitamente, dei responsabili ben precisi.

Chiarito il punto, la risposta alla domanda sulla validità delle transazioni è relativamente semplice: con Bitcoin non serve un regolatore che dia validità alle transazioni. Bitcoin nasce proprio per questo, la blockchain e Bitcoin rappresentano una tecnologia innovativa e “disruptive” proprio perché “Bitcoin si è dimenticato di chiedere il permesso” e non ha bisogno di nessun riconoscimento giuridico per funzionare.

Blockchain pubblica e blockchain private: come cambia il paradigma in termini di responsabilità e controllo?

Domanda a cui in parte abbiamo risposto in precedenza, ma visto che può essere un utile spunto di approfondimento penso che valga la pena affontare in modo più specifico l'argomento.

Anche in questo caso si fa riferimento al termine “paradigma” e quindi al modello. Sì sa che tendiamo ad imparare e guardare alle cose attraverso quello che conosciamo. Ci rende tranquilli, sicuri di poter collocare qualsiasi cosa al giusto posto. Purtroppo però capita spesso che le innovazioni richiedano punti di vista del tutto inediti.

Una blockchain privata è più o meno come un database, mentre la blockchain pubblica, che conserva i requisiti fondamentali di questa tecnologia (permissionless, trustless, censorship resistant) è realmente una innovazione e si tratta di un sistema di completa decentralizzazione della responsabilità e del controllo.

Quale paradigma usare per regolamentare la Blockchain?

La blockchain è una forma di innovazione così forte che viene definita disruptive. Per questa ragione non è banale trovare un paradigma (o modello di riferimento) esistente da cui partire per elaborare la normativa e immaginare le possibili applicazioni. Al momento il paradigma più utilizzato è internet.

Si deve pensare a Bitcoin e alla blockchain come internet agli albori. E così come per internet all'inizio la prima applicazione che per diverso tempo è stata compresa ed usata è stata la mail, per la blockchain sono i pagamenti.

Le prime pagine web con rudimentale html possono essere paragonate ai sistemi di notarizzazione e di timestamping che oggi sono resi possibili dalla proprietà di immutabilità e messi in sicurezza da una blockchain P2P come quella di Bitcoin. E se vogliamo andare anche oltre, gli smart contract di oggi sono l'inizio dei primi “linguaggi” di programmazione per il web per realizzare pagine dinamiche un po' come i primi CGI per i più esperti. Questo perché siamo ancora in una parte “infrastrutturale” in cui si stanno definendo gli standard per l'interoperabilità delle soluzioni e le applicazioni decentralizzate.

Cosa significa blockchain e perché è immutabile?

In informatica, si sa, tutte le informazioni sono soggette a modifiche continue. Bitcoin per la prima volta introduce nella rete il concetto di scarsità, ovvero permette di scambiarsi un'informazione senza che questa possa essere duplicata, per evitare in sostanza il problema della “doppia spesa”. Questo fornisce per la prima volta la possibilità di scambiarsi del valore e soprattutto la proprietà di un asset.

Questo è possibile grazie al meccanismo creato dal consenso Nakamoto, come viene normalmente chiamata la parte relativa al consenso della rete P2P ideato da Satoshi Nakamoto. Il consenso Nakamoto è responsabile di mantenere in sicurezza la rete e evitare che qualcuno possa modificare arbitrariamente i dati nel ledger distribuito della rete, la blockchain appunto.

Per questo motivo, semplicemente, un qualsiasi dato scritto sulla blockchain non può essere alterato senza un consenso distribuito, e più la rete è grande e forte, più una qualsiasi modifica diventa difficile e in alcuni casi impossibile. Questo, unito al fatto che per ogni transazione sia possibile salvare un hash di una qualsiasi porzione di informazione, ha aperto il via a diversi servizi che utilizzano questa proprietà. Il più noto e importante in quest'ambitozè Open Time Stamp ideato da Peter Todd (core developer di Bitcoin), e Eternity Wall di Riccardo Casatta.

Ma la blockchain di per sé non è veramente immutabile, come ogni struttura di dati può essere manipolata e modificata, oggi veramente solo la blockchain di Bitcoin si può veramente definire immutabile e sicura contro eventuali attacchi, le altre aspirano a detenere questo risultato.


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Gabriele Marazzi

Since 2015 I'm interesting in bitcoin and blockchain technology.