- 17/09/2020
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In questo articolo spiegherò perché la blockchain è solamente un hype, una montatura mentre il bitcoin o almeno il “consenso Nagamoto” è un'innovazione così forte da risultare “disruptive” in moltissimi ambiti e mercati.
Blockchain Hype or Disruption è il titolo del primo evento romano dedicato alla blockchain presso la sede di Luiss Enlabs il 30 maggio 2017, qui il link per registrarvi. Con questo articolo cercherò di fornire alcuni spunti di riflessione utili a comprendere correttamente la tecnologia dei Bitcoin e di tutte le oltre 700 copie che ad oggi ne sono state fatte.
Non si può certo dire che l'unica implementazione di blockchain sia bitcoin, ma che, in un certo senso, sia l'unica forma di implementazione che al momento abbia veramente senso si. Soprattutto se lo analizziamo da un punto di vista di sicurezza, e quindi di stabilità delle qualità e delle caratteristiche intrinseche che questa tecnologia promette di portare agli utenti.
Da quando bitcoin è stato inventato sono stte create più di 700 tipi di cripto monete ma se guardando il valore di conversione totale di tutte queste cripto monete che supera i 40 miliardi di dollari, 25 miliardi e mezzo sono di bitcoin (fonte: coinmarketcap 5 maggio 2017 h 22.48 GMT+2).
Inoltre la “potenza computazionale” che oggi mantiene sicura la rete di Bitcoin grazie all'incentivo per i “miner“ che è parte, assieme alla blockchain, del “consenso Nagamoto”, non ha eguali, per nessuna delle attuali copie presenti oggi. Ne consegue un livello di sicurezza della rete non paragonabile alle altre.
Bitcoin? No Blockchain…
Bitcoin spaventa: se oggi qualcuno dice di lavorare con i bitcoin, tutti pensano che sia uno spacciatore di droga, o peggio un terrorista. Anche se ci sono prove evidenti che non sia così. Per esempio, basta notare che la totale capitalizzazione del bitcoin rispetto a quella del mercato nero è decisamente più piccola di diversi ordini di grandezza.
Dopo un primo periodo di paura, e di “sdegno” nei confronti del bitcoin, in cui la maggioranza delle persone che ne sentivano parlare lo reagivano come se si trovassero di fronte ad una delle tante invenzioni destinate a sparire o rimanere nell'ombra, bitcoin è entrato in una nuova fase, quella della contrattazione.
La contrattazione, nasce in parte dal fatto che bitcoin resiste negli anni ed in parte perché, non solo resiste ma cresce costantemente nel tempo: oggi con un valore di oltre 25 miliardi di dollari è diventato veramente difficile che non si noti.
Ciononostante Bitcoin, continua a far paura, in parte anche a causa del crescente numero di scam coin, come le chiamano molti dei più grandi esperti di bitcoin internazionali, cripto monete che nascono con finalità fraudolente. Petanto sono in molti a pensare che “non è bitcoin la vera innovazione, ma la blockchain”. Per questo oggi le aziende “per bene” fanno affermazioni come “noi lavoriamo con la blockchain”, o “facciamo ricerca sulla blockchain”. Anche noi di SpidChain in parte facciamo così. Ma tutto ciò non ha molto senso.
Bitcoin è ad oggi l'unica vera blockchain per tutta una serie di motivi. Le oltre 700 implementazioni di blockchain pubbliche sono una mera truffa, un mero tentativo di avviare un'altra cripto moneta al solo scopo di guadagnare qualche soldo facile sfruttando l'hype del momento.
A questo punto però devo fare una considerazione personale, che ritengo utile sempre ad un fine di corretta comprensione del fenomeno. Ovviamente non tutte le 700 cripto monete sono scam coin, ci sono alcuni progetti che, almeno in ambito di innovazione, sperimentazione e ricerca, stanno portando del valore. Una di queste è sicuramente Ethereum.
Anche se è molto più giovane di bitcoin, ed ha moltissimi problemi di stabilità e sicurezza che bitcoin non ha, Ethereum non è propriamente paragonabile a bitcoin. Questo perché, rispetto a bitcoin, rappresenta una vera innovazione e non una mera copia.
“Andreas Antonopoulos”, in uno dei suoi meravigliosi interventi, spiega che paragonare bitcoin e Ethereum è come cercare di stabilire chi può avere la meglio tra un leone ed uno squalo, quando l'esito viene semplicemente deciso “dal terreno” sul quale si scontreranno.
Infine è bene notare che, se da un lato la moltiplicazione delle “copie” di bitcoin porta confusione e frammentazione, dall'altro lato lo stesso fenomeno aiuta a rafforzare l'ecosistema.
La Blockchain non è innovazione
La Blockchain di per sé non è disruptive! E nemmeno innovazione! Perché no? Perché si tratta di un semplice ledger, un libro mastro. Ed è difficile considerare innovazione qualcosa che è stato inventato migliaia di anni fa.
Infatti anche i primi esempi di scrittura che sono arrivati a noi dal lontano passato, come tavolette, pietre scolpite, fogli di papiro, sono di fatto libri mastri: “ledger”. E se prendiamo uno di questi fogli di papiro e lo colleghiamo ad un altro, raccogliendo nel primo quello che un nostro vicino ci deve da ieri e nel secondo quello che ci deve per oggi, abbiamo già “creato” una blockchain.
Non può esistere blockchain senza bitcoin
L'aspetto innovativo, ed estremamemente interessante, portato da Satoshi Nagamoto con i bitcoin è la blockchain decentralizzata, che funziona senza la necessita di intervento di un autorità che ne regoli il funzionamento. Questa è una tecnologia veramente innovativa e molto disruptive, che può cambiare profondamente moltissimi settori.
Per questa ragione, non è possibile parlare e comprendere veramente la blockchain se non si comprende bitcoin. Perché bitcoin è l'incentivo economico che permette a questa blockchain decentralizzata di funzionare. Non può esistere blockchain senza bitcoin. Mentre, per assurdo, bitcoin può essere usato e scambiato anche senza la blockchain, come accade negli exchange ad esempio, e come avviene all'interno dei payment channels che vengono creati da sistemi come lightning network.
Vi aspettiamo a Roma il 30 maggio per approfondire e rispondere ad alcune delle vostre domande e curiosità. qui il link per registrarvi.