Aggregatori finanziari: cosa sono e come funzionano

aggregatore finanziario

Diversi conti bancari, un patrimonio finanziario impiegato su più fronti: questa è la realtà con cui si trovano a confrontarsi oggi molti risparmiatori, che spesso però faticano a tenere tutto sotto controllo, lasciandosi magari sfuggire occasioni di un migliore impiego delle proprie risorse. Ma un forte aiuto potrebbe arrivare dagli aggregatori finanziari o AISP (Account Information Service Providers). Di cosa si tratta? E come funzionano? Scopriamolo insieme.

Definizione

Partiamo dalla definizione: un aggregatore finanziario è un servizio che permette ai suoi utenti di avere accesso alle informazioni dei loro conti. Dietro consentimento da parte dell'utente, il servizio consente di aggregare e gestire le carte di istituti diversi in un’unica piattaforma.

Sono di fatto dei prestatori di servizi informativi, legati ai risparmiatori da rapporti contrattuali. Nella pratica queste terze parti autorizzate forniscono, per esempio, applicazioni che riuniscono in una sola schermata tutti i conti correnti intrattenuti dal cliente presso vari istituti.

Direttiva PSD2

Ma come è possibile che questi operatori abbiano accesso ai miei dati? La possibilità di aggregare le informazioni provenienti da diversi conti bancari è una delle conseguenze dell’entrata in vigore della direttiva europea 2015/2366, meglio nota come PSD2 (diventata ufficialmente operativa in Italia il 14 settembre dello scorso anno), che ha imposto alle banche europee di condividere le informazioni finanziarie (es. movimenti e saldo) dei loro clienti, con imprese terze e app non di proprietà della banca. Ne avevamo parlato in dettaglio in questo articolo.

Come funzionano

Come posso usufruire di questo servizio? Il primo passo è quello di scegliere un aggregatore finanziario e consentirgli l'accesso ai tuoi conti bancari: su quelli e solo quelli l'aggregatore potrà “ragionare” accedendo a tutti i dati (movimenti e saldo). Il servizio che offrono gli aggregatori è quello di aiutarci a capire meglio come spendiamo i nostri soldi. Potrete obiettare che ci sono già banche che offrono ai loro clienti un’analisi di come si sono spese le proprie finanze, attraverso la categorizzazione delle spese.

Però l’aggregatore lo farà su banche diverse, aggregando cioè i dati da diverse banche in un’unica piattaforma. A questa panoramica globale si aggiungono servizi di gestione dei risparmi (ovvero l'aggregatore potrà suggerire come investire o comunque utilizzare le risorse disponibili sui conti) e eventualmente anche dei servizi di notifica: per esempio, per avvertire l'utente che su un conto la disponibilità residua è ridotta, per cui è meglio servirsi di un altro conto e così via.

Sicurezza al top

Ma non ci saranno rischi a consentire l'accesso a dati così sensibili come quelli bancari? Questa è una domanda che sorge spontanea quando si parla di AISP ed è un tema su cui si è concentrata l'azione del legislatore. A tal proposito, ricordiamo che gli aggregatori possono accedere ai conti del cliente solo dopo aver avuto esplicito consenso dal titolare del conto corrente. Inoltre non detengono i soldi del cliente, e non possono archiviare i dati per fini diversi dalla prestazione del servizio. Non possono, ad esempio, eseguire operazioni sul conto corrente (disposizione di pagamento, detta anche bonifico) ma solo fornire un’informativa su saldo e movimenti disposti.

Vantaggi concreti

Ma quali sono in conclusione i vantaggi che potrebbero spingerci a utilizzare gli AISP?

  • Maggiore concorrenza: I dati, in precedenza diritti della sola banca dei clienti, sono ora disponibili gratuitamente (con l'autorizzazione del cliente). Questo spostamento dei diritti sui dati offre opportunità per le istituzioni non bancarie e altre società di costruire nuovi prodotti sulla base di queste informazioni, proponendo magari offerte più competitive. La concorrenza è sempre a vantaggio dell'utente finale.
  • Proposte personalizzate: il cliente grazie agli AISP può usufruire di strumenti utili per la gestione delle sue spese e di consigli di risparmio sulla base delle sue abitudini e del suo intero patrimonio, con la possibilità di usufruire di forme di investimento anche innovative.
  • Risparmio di tempo: nella gestione quotidiana, avere una panoramica globale permetterà di risparmiare tempo prezioso, sia per monitorare l'andamento delle proprie finanze che per eseguire operazioni.
  • Gestione smart dei flussi di cassa: anche per le aziende gli AISP possono trasformarsi in validi alleati per una gestione snella e digitale dei flussi di cassa e per far crescere il proprio business. Grazie alla visione aggregata, infatti, gli aggregatori possono evidenziare l’andamento ciclico, suggerire consigli sull'operatività, fino a mettere a confronto altre aziende competitor e offrire una view dei mercati di riferimento.

Qualche esempio

Il 2019 è stato davvero un anno di passaggio, in cui dalla concorrenza tra banche e fintech si è arrivati all'ottica delle partnership. L'open banking introdotto grazie alla PSD2 implica il fatto che una fintech non ha più bisogno di stabilire una relazione formale con una banca per collaborarvi. Questa nuova ottica accelererà enormemente lo sviluppo dei prodotti. Certo è che fino a oggi gli esempi di aggregatori sono ancora molto esigui. Di seguito alcuni pionieri.

Yolt

Yolt è stata lanciata in Uk nel 2017 dalla banca olandese ING Bank N. V., raggiungendo rapidamente 500.000 utenti registrati: è arrivata in Italia con con una versione Beta a luglio 2018 ed è attiva. La piattaforma, ne abbiamo parlato in dettaglio in questo articolo, è gratuita e consente di gestire in modalità “all-in-one” tutti i propri conti e le proprie carte, visto che l’utente ha una vista unificata e coerente sulla gestione delle proprie finanze.

Al momento Yolt può associare più di 26 banche e carte di credito e altre arriveranno a mano a mano che la presenza della piattaforma si rafforzerà anche sul nostro mercato nazionale. Yolt permette di effettuare una pianificazione finanziaria, mostrando la cronologia delle spese e in futuro permetterà anche di effettuare scambio di denaro e di servirsi di prodotti e servizi di partner diventando un vero e proprio marketplace finanziario.

Illimity Connect

E' un perfetto esempio di banca del futuro: illimity bank, l'offerta del Gruppo illimity (di cui è fondatore e CEO Corrado Passera) per il mercato retail, presentata a settembre 2019, nasce in ottica open e “PSD2 native”. In conformità con la direttiva europea, mette a disposizione sulla piattaforma il servizio di aggregazione dei conti: illimity connect, che permette di visualizzare in un unico punto l’home banking di illimity, ma anche il saldo e i movimenti di tutti i conti correnti posseduti anche presso altri intermediari per avere una visione ordinata e completa delle proprie finanze. Per avere un'idea più completa delle opportunità offerte da Illimity, date un'occhiata a questa recensione.

BBVA

In Spagna, il colosso bancario spagnolo BBVA ha lanciato il suo servizio di aggregazione dei conti alla fine di ottobre 2018. Dal lancio, più di 150.000 persone fisiche clienti della banca e 90.000 imprese hanno dato il proprio consenso affinché la banca potesse disporre delle informazioni degli altri loro conti bancari presso altri istituti finanziari, offrendo uno strumento che gli permette di vedere tutte le loro posizioni in un colpo d'occhio.

BBVA nega di usare queste informazioni per trarne vantaggio e fare cross-selling (letteralmente: vendita incrociata) di prodotti e servizi finanziari con lo scopo di aumentare i propri ricavi. La vendita a un cliente che si dichiara interessato all'acquisto di un determinato prodotto o servizio e poi viene indotto ad un ulteriore acquisto più o meno in relazione con l'articolo originalmente richiesto è vietata dalla normativa.

Nonostante questo BBVA sta sfruttando a suo vantaggio i margini di manovra offerti dalla PSD2. È la prima istituzione finanziaria in Spagna a permettere ai clienti di effettuare pagamenti o trasferimenti da uno dei conti aggiunti all'aggregatore finanziario, anche se offerti dalla concorrenza, il tutto gratuitamente. Il cliente pagherà una commissione solo se l'altra banca applica una commissione a questa operazione.

Per le imprese, migliori notizie, visto che il servizio gli permette di risparmiare tempo, perché unifica le proprie posizioni di tesoreria e gli permette di decidere con quale conto aziendale effettuare i pagamenti (es. stipendio dei dipendenti o pagamento delle fatture ai fornitori). In futuro, vuole introdurre la gestione dei pagamenti internazionali, notifiche e previsioni sulla situazione finanziari che permetteranno alle imprese di prendere decisioni in tempi più rapidi.

La strategia di BBVA rispetto all'Open Banking è imperniata sul suo BBVA API Market, un ambiente sandbox sicuro in cui gli sviluppatori possono testare API (Application Programming Interface) messe a disposizione dalla banca e creare o co-creare nuovi servizi finanziari.

E in Italia, cosa faranno Unicredit e Intesa Sanpaolo, i nostri grandi gruppi bancari? Anche loro lanceranno il loro aggregatore finanziario? Da canali secondari, siamo venuti a sapere che uno di questi due istituti bancari nel 2020 lancerà la sua proposta. Stiamo a vedere.

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Maria Comotti

Giornalista professionista si occupa del mondo fintech raccontando le principali tendenze e analizzandone i differenti servizi per proporre una chiave di lettura accessibile a tutti.

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